domenica 4 marzo 2012

Nodi della professione. Ma non tutti i nodi vengono al pettine



Questo è quello che scrivevo circa 3 anni fa. 
Credo sia interessante rileggerlo con gli occhi di adesso. Dopo più di due anni di lavoro del nostro ordine.
Buona lettura!




Nodi della professione

Lo scenario è questo: la professione dello psicologo è quasi esclusivamente

professione da libero professionista. Le possibilità di lavorare nel
pubblico sono pressoché nulle per chi si affaccia alla professione in questi
anni.
Gran parte del lavoro psicologico presso le ASL è  lavoro gratuito
fornito da tirocinanti delle scuole di psicoterapia e da psicologi volontari.
L’università continua a sfornare laureati come se, in Italia, 70000
(settantamila) psicologi (1 ogni circa 1000 abitanti) non fossero sufficienti.
Parallelamente si assiste a continui attacchi alla professione da figure come
counselor, coach e figure similari. 
A fronte di questi elementi di scenario, è necessario lavorare su più aspetti. 

ALCUNI NODI CENTRALI DELLA NOSTRA
PROFESSIONE SUI QUALI L’ORDINE DOVREBBE
LAVORARE


1. PROBLEMI OCCUPAZIONALI: riguardano prevalentemente i giovani
professionisti che entrano nel mercato del lavoro tendenzialmente
saturo rispetto alla figura dello psicologo inteso come psicologo –
psicoterapeuta. Questa saturazione del mercato colpisce però tutti i
liberi professionisti, inclusi quelli senior. Come può un Ordine
lavorare per chi è libero professionista se tra i suoi consiglieri
prevale il dipendente pubblico?


2. FORMAZIONE POST-LAUREA: le scuole di Psicoterapia sembrano
interessate prevalentemente alla loro autoconservazione. Come può,
un Ordine che ha tra i suoi consiglieri rappresentanti delle
stesse scuole di Psicoterapia, lavorare per tutelare gli interessi
degli specializzandi? L’Ordine deve essere garante della formazione
degli specializzandi, facendosi promotore, sopra le parti, di azioni che
vadano a tutelare i propri iscritti nel loro percorso formativo;


3. TUTELA DEI CONFINI PROFESSIONALI: crescono come funghi
figure come counselor, reflector, coach, psicopedagogisti clinici che
minano i confini della nostra professione. È necessario avviare
attività di monitoraggio sul fenomeno e di sensibilizzazione
degli iscritti, in modo da aumentare le segnalazioni per
contrastare il fenomeno e tutelare i confini professionali;


4. PSICOLOGIA OLTRE LA CLINICA: l’immagine dello psicologo è
fagocitata dalla sua rappresentazione come psicologo clinico o
psicoterapeuta. Questo fenomeno da una parte rimpolpa le facoltà e le
scuole di specializzazione di nuovi clienti, che finito il percorso
formativo andranno a inserirsi in un mercato saturo che non può
assorbire e non richiede quella competenza. È necessario superare
questo fenomeno, dialogando con le facoltà, e con tutti gli enti
formativi. Parallelamente vanno favoriti e ben comunicati agli iscritti
(l’ordine deve lavorare per gli iscritti!), quali sono i settori
emergenti e le nuove realtà dove una competenza psicologica
può essere spesa. 

Deve diventare un nodo di riferimento credibile ed un luogo di incontro
e di scambio, capace di ascoltare la voce di tutti i colleghi che
rappresenta. Per raggiungere questo traguardo occorre un Ordine capace di
offrire servizi concreti per la categoria ed in grado di avere una
comunicazione interna ed esterna efficace. Utilizzando tutte le facilitazioni
rese disponibili dalla tecnologia, è necessario un Ordine che promuova la
capacità di networking tra gli iscritti e che diffonda la nostra cultura presso i
media, le istituzioni ed i cittadini. L’Ordine deve diventare insomma il gestore
e il facilitatore di una community che, grazie al web, può aggiornarsi,
comunicare, informarsi. Il sito dell’Ordine deve diventare il motore di ciò; che
da vetrina istituzionale, quale è in questo momento, divenga portale
dinamico, dando spazio alle esigenze reali e concrete dei propri iscritti. 


Un portale che:


• si attivi come nodo di scambio, notifica, ricerca clienti,
pubblicità e creazione di network;

• sia dinamico creando forum dedicati e attivando modalità di
comunicazione a due vie; 


• dia la possibilità per tutti gli iscritti di collaborare e farsi
conoscere

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